La carenza di semiconduttori, pesa sull'economia europea e mondiale. La conferma viene anche da un recente bollettino della Banca centrale europea nel quale si legge che "la scarsità di materiali, attrezzature e manodopera tiene a freno la produzione in alcuni comparti" dell'economia europea pur in un quadro generale in cui la ripresa dell'eurozona "prosegue e il mercato del lavoro sta migliorando ulteriormente, grazie all'ingente sostegno delle politiche economiche", considerando ancora i condizonamenti della pandemia.
La carenza dei semiconduttori si sta verificando nonostante l'industria di settore ha concentrato al massimo gli sforzi nel 2021, con la produzione record di 1,15 trilioni di unità. Alle stelle anche il fatturato, il più alto di sempre a livello globale, calcolato per il 2021 in ben 556 miliardi di dollari e un incremento del 26,2% rispetto al 2020, secondo i dati più recenti della Sia (Semiconductor industry association). l'associazione che raggruppa tutti i produttori in Usa e due terzi di quelli non statunitensi.
L'impatto della carenza di chip sull'economia reale, le industrie e i prodotti europei ha convinto la Commissione Ue della necessità di lanciare il Chips Act, un robusto piano di investimenti per la produzione di semiconduttori 'made in Europe'. Bruxelles ha comiciato a mobilitare investimenti per raggiungere a regime ben 45 miliardi di euro in modo da dinamizzare e accrescere la produzione di chip nell'Ue e farla passare dal 10% al 20% entro il 2030. Le misure collegate sono una stretta sull'export e regole più flessibili sugli aiuti di Stato per le aziende del settore.
L'Unione e le sue industrie dovranno continuare a competere con sistemi di produzione di gran lunga più robusti nel settore Chip come Taiwan, Corea del Sud, Stati Uniti e Cina. Una vera e propria guerra dei Chip destinata a passare alla storia come una di quelle più accanite ed intense dell'economia industriale globale nel decennio.
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