Il Summit del Gruppo dei venti (G20) a Dehli si è svolto all'insegna del primato delle relzioni politiche internazionali, con novità che hanno lasciato sullo sfondo i dossier più propriamente economici.
Quest'anno il dicottesimo G20 del 9-10 settembre, è stato preceduto da un vertice dei Brics a Johannesburg all'insegna di un inedito multi-allineamento, con nuovi aderenti e ambizioni più spiccatamente alternative al cosiddetto blocco Occidentale. Sulla scorta di questa novità a Dehli l'Occidente, con in testa gli Stati Uniti, è corso ai ripari aprendo ad una convergenza con il cosiddetto Sud Globale, grazie alla sponda dell'India di Modi, da sempre poco incline a lasciare spazi egemonici alla Cina. In questa direzione il G-20 ha accolto nel suo alveo l’Unione africana. Una decisione storica che l'India segnala come un successo della sua presidenza.
Sul fronte politico-militare ucraino, gli Stati Uniti e i suoi alleati, tra cui i membri europei del consesso, sono riusciti a far accettare a India, Brasile e Sudafrica una dichiarazione finale frutto di un complesso negoziato che ha rischiato fino all’ultimo di fallire. Nella dichiarazione non si parla infatti di Ucraina ma di condanna delle “aggressioni all’integrità territoriale degli Stati”. L’operazione di Biden isolare i due grandi e calmorosi assenti dal vertice, ossia la Russia di Putin e la Cina di Xi, sembra essere stata diplomaticamente efficace.
Sul clima si è registrato lo scontento del presidente francese Emmanuel Macron che ha giudicato ‘insufficienti’ le conclusioni sul clima: “Dobbiamo tutti eliminare gradualmente il carbone, molto più rapidamente di quanto facciamo oggi”, ha detto il capo dell’Eliseo, ben consapevole che le resitenze vengono da India e Cina.
Gli atri fronti diplomatici sono stati affrontati nel turbinio di contatti bilaterali che hanno animato i giorni di Dehli. I leader europei sono arrivati a Delhi dopo mesi impegnati a mantenere buone relazioni economiche e commerciali con Pechino, nonostante la Commissione, su impulso francese, ha avviato una inchiesta sulle batterie cinesi per le auto elettriche, settore nel quale i sussidi, secondo Bruxelles, distorcerebbero la concorrenza.
Tra gli europei, la premier italiana Meloni si è mossa su un crinal equilibrista con Pechino, delusa dal mancato rinnovo dell’accordo esistente sulla Nuova Via della Seta. E in questo quadro Meloni al G20 ha incontrato il primo ministro cinese Li Qiang, che ha anche dialogato con Michel, presidente del Consiglio europeo, in preparazione di un Vertice tra Unione europea e Cina.
La presidenza del consesso è passata alla chiusura del vertice di Dehli al Brasile. Con il motto ‘Costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile'”, sono tre i focus sui quali punterà Lula nel suo anno di presidenza: “l’inclusione sociale e la lotta contro la fame”; “la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile”; e “la riforma della governance del sistema delle istituzioni globali”. Le incognite riguardano il protrarsi o meno della guera in Ucraina l’impegno della Cina nel G20 e i riflessi dell'anno elettorale negli Usa.