Emmanuel Macron per la Francia e Mario Draghi per Italia hanno firmato il 26 novembre a Roma il Trattato del Quirinale che mira a fornire un nuovo e più stabile quadro di cooperazione rafforzata nelle relazioni tra i due paesi. Alla presenza del Presidente italiano Mattarella, Draghi e Macron hanno sostanzialmente dato vita all'equivalente transalpino del Trattato dell'Eliseo che organizza da anni la cooperazione franco-tedesca. I due leader politici hanno un obiettivo comune di controbilanciamento della egemonia nell'Unione della Germania, ora che è alle prese con la ricostruzione di una leadership autorevole a Berlino dopo il vuoto lasciato dal ritiro della Merkel.
A margine dell'evento, Draghi ha sottolineato che serve "una gestione condivisa delle sfide comuni. Vogliamo favorire e accelerare il processo di integrazione europea" precisando che "i nostri obiettivi sono quelli dell'Ue: lotta al cambiamento climatico, la transizione ecologica fatta con giudizio e rapidità, la transizione digitale, la ricerca di una sovranità europea. Il Trattato permette di dotare l'Ue di strumenti che la rendano più forte".
Secondo Macron "questo trattato ci consente di condividere le grandi questioni di mondo, una stessa visione. Continueremo ad avere una difesa europea più forte".
Un lungo preambolo e 12 articoli, con altrettanti capitoli di cooperazione tra Italia e Francia.
Il Trattato del Quirinale è lungo 14 pagine. Nel preambolo si afferma tra l'altro "l'obiettivo di un'Europa democratica, unita e sovrana per rispondere alle sfide globali che le Parti si trovano ad affrontare". I capitoli del trattato vanno dagli affari esteri, la sicurezza e difesa, alla cooperazione economica, industriale e digitale. Una nuova stagione cooperativa si annuncia anche in materia di politiche migratorie, giustizia e affari interni, istruzione, spazio, sviluppo sociale, collaborazione transfrontaliera, cultura e politiche giovanili.
Il Trattato ha avuto un amplificato eco sui media d'informazione economica italiani intervenendo in una fase di particolare attenzione dell'opinione pubblica su ruolo e impatto degli investitori e manager francesi in aziende come Tim o Stellantis.
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