Recentemente le tre maggiori sigle sindacali in Italia hanno presentato insieme alle Fondazioni Buozzi e D’Antona e, con l'Ispettorato nazionale del Lavoro un testo importante sul tema Salute e Sicurezza, detto Il Patto per il lavoro su Salute e e Sicurezza.
Un Patto che guarda alle grandi trasformazioni del lavoro e ai sistemi complessi del sistema Italia e dei sistemi industriali europei. Ne parliamo con Gianni Marchetto, esperto di salute e sicurezza sul lavoro, già dirigente sindacale, presidente Associazione di esperienze e mappe grezze.
a cura di Alessandro Mauriello per @euroeconomie.it
Come si sta trasformando il lavoro nei sistemi industriali europei?
Iniziamo con il dire che si dispone di una importante letteratura europea e anglo-americana sui temi da lei richiamati, principalmente però per il Vecchio Continente inizia tutto nel 2000 in Germania con il programma Industry 4.0.
In particolare il Piano industriale del governo del 2011 dotava il sistema economico tedesco di investimenti per infrastrutture, scuole, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende che avrebbero ammodernato il sistema produttivo di quel Paese, e rimesso al centro dell'agenda politico-economica la manifattura, con focus sulla competitività globale, inaugurando quella che sarà poi denominata Quarta Rivoluzione industriale.
Dopo le fasi del Taylorismo, vi sarà in quegli anni una integrazione tra le nuove tecnologie dei processi produttivi e un raccordo denso con una innovativa struttura dei servizi alle imprese, con enfasi sui sistemi informatici, avviando la cosiddetta Smart Factory che si compone di tre parti:
1) la smart production, cioè nuove tecnologie produttive che creano cooperazione tra operatore, macchine e strumenti;
2) la smart service, cioè le infrastrutture informatiche che servono a integrare il sistema delle aziende, le strutture esterne e la completa filiera produttiva;
3) la smart energy, cioè la creazione di sistemi che implementano consumi e sviluppo sostenibile.
Quali sono stati gli effetti sull'occupazione di questa trasformazione ?
Guardi intanto possiamo dire che tale strategia verrà adottata negli anni, anche da altri paesi europei, come la Francia, e dal nostro Paese che ha un sistema industriale molto simile a quello tedesco in termini di manifattura, composto da Pmi e micro-imprese, insomma il modello italiano descritto dai grandi sociologi del lavoro ed economisti, come Giorgo Fuà, Giacomo Beccattini, Arnaldo Bagnasco.
Da una ricerca del WEF chiamata, The Future of Jobs and Skills a suo tempo presentata presso il Word Economic Forum si evince un modello descrittivo in cui, i fattori tecnologici e demografici causeranno effetti trasformativi importanti nell'evoluzione del lavoro:
nel rapporto di ricerca proiettato fino al 2020, era prevista la creazione di 2 milioni di posti di lavoro, ma accompagnata da una perdita di 7 milioni e un saldo negativo di 5 milioni di posti persi.
Tutto questo sta modificando non solo l'organizzazione del lavoro nei sistemi complessi, ma anche la formazione relativa al tema dirimente di Salute e Sicurezza, in cui la "partecipazione cognitiva" (L. Tronti) degli operatori diviene fondamentale per l'organizzazione dei processi lavorativi che stanno cambiando in termini di rischi e prevenzione sanitaria e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per rendere concreto tutto questo come si dovrebbe operare?
In questo contesto ha fatto scuola il lavoro e l'impegno di una figura carismatica come quella di Ivar Oddone, precursore della medicina del lavoro collegata agli studi sulla produttività, un percorso che è servito a formare generazioni di dirigenti sindacali italiani.
All'interno di questi temi ed esperienze è necessario oggi ripartire con un cambio di paradigma, che includa e ripensi la "carriera dell'operaio" alla luce delle innovazioni produttive e delle competenze richieste.
E' ormai inovviabile, bisogna creare e le condizioni per una riappropriazione tecnico scientifica del discorso sul lavoro che deve trasformarsi, rendendo i processi del lavoro, in un vero e funzionale sistema pensante, attrattivo in termini di condivisione e cooperazione organizzativa.
Da ultimo anche il cambiamento climatico sta incidendo sulle condizioni di sicurezza sanitaria dei lavoratori delle filiere agricole, dell'edilizia e dei cantieri, il caldo asfissiante senza misure di protezione sottopone i lavoratori di questi settori a stress pericolosi per il fisico, causando malori anche di livello mortale. E' necessario e urgente lavorare su questo tema per rendere più sostenibili e sicure le condizioni del lavoro di queste persone.