Il dibattito sulla politica monetaria della Banca centrale europea è animato da incontri e confronti tra gli economisti europei. In questo quadro, nel corso della seconda giornata, il 2 giugno, del Festival internazionale dell'Economia di Torino, Lucrezia Reichlin della London Busines School, Massimo Rostagno, della Bce, e Carlo Cottarelli, in forza all'Università Cattolica di Milano, hanno detto la loro sul tema “Bce e rialzo dei tassi: troppo e troppo tardi?”.
Rostagno, direttore direttore generale per la Politica Monetaria della Bce ha difeso l'operato di Francoforte, argomentando sulla dinamica operativa dei rialzi effettuati e “la grande serietà” nel contrastare l'inflazione inizialmente da offerta con i prezzi energetici e poi equilibrare gli shock da domanda nei servizi, con l'obiettivo di riportare intorno l'inflazione al 2 % nel 2025. Reichlin, fornendo un quadro d'insieme dei fenomeni economici in campo, ha ammesso che l'alta inflazione ha colto di sorpresa analisti ed economie e convergendo sugli scenari descritti da Rostagno, da Lei definito l'uomo chiave della Bce, ha consigliato di non deprimere con una ulteriore stretta eccessiva l'economia europea. Cottarelli, pur riconoscendo la correttezza della stretta della Bce, ha evidenziato le anomalie originarie dell'abnorme fenomeno inflattivo in atto nell'Unione contro le quali la credibilità della banche centrali è una rassicurante garanzia di tutela dei sistemi economici. Non è azzardato affermare che il parterre italiano ha quindi riflesso le posizioni in campo sia nell'accademia che negli analisti più accreditati a livello globale.
Non più tardi del 3 maggio scorso Lucrezia Reichlin in una intervista a margine dell’evento in ricordo del compianto Jean-Paul Fitoussi alla Luiss di Roma, aveva auspicato una maggior pazienza da parte della Bce sottolinenando, a suo avviso, che “i risultati della stretta monetaria imposta nell’ultimo anno devono ancora esprimersi pienamente”. Una posizione non distante da quella espressa a fine maggio dal Vincenzo Visco, il governatore della Banca d'Italia, che in occasione delle sue Considerazioni Generali di fine mandato ha detto che ”sull’aumento dei tassi sarei stato più graduale".
Nella seduta di lunedì 5 giugno la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha comunque sottolineato che non ci sono “segnali chiari” che l'inflazione abbia "raggiunto il picco", mentre i dati macroeconomici deboli pubblicati negli Usa lasciano presagire una pausa del ciclo rialzista della Federal Reserve.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it