La manovra rialzista della Federal Reserve dei tassi di interesse contro l'alta inflazione non è finita, ma il picco appare molto prossimo. Se ne è avuta una tangibile conferma mercoledi 14 dicembre con l'aumento della Fed del riferimento sul costo del danaro di 50 punti base (0,50 punti percentuali), intervenendo con un rialzo di 25 punti base in meno rispetto alla lunga serie di maxi rialzi da 75 punti base, con cui il riferimento sui fed funds sale a una forchetta del 4,25-4,50%.
Nel piu ampio quadro generale di politica monetaria, il direttorio FOMC prevede che i fed funds raggiungeranno un livello dei Fed funds al 5,1% nel 2023, per poi decrescere al 4,1% nel 2024 e al 3,1% nel 2025.
Sul fronte dell'inflazione la Fed prevede un più 5,6% sulla media del 2022, 3,1% nel 2023, 2,5% nel 2024 e 2,1% del 2025. Riviste al ribasso le previsioni di crescita economica negli Usa, con crescita in area positiva ma limitata ad un più 0,5% nel 2023, a fronte del più 1,2% indicato tre mesi fa. Dovrebbe andar meglio per gli Usa nel 2024 stima un più 1,6% e nel 2025 più 1,8%. Sul fronte dell'inflazione la Fed prevede un più 5,6% sulla media del 2022, 3,1% nel 2023, 2,5% nel 2024 e 2,1% del 2025.
Dopo la Fed tocca alla Banca centrale europea. La decisione sui tassi è attesa per giovedi 15 dicembre alle 14:15 con la conferenza della presidente Christine Lagarde trenta minuti più tardi.
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