Si è aperta l' “Annual ECB Banking Supervision Research Conference” organizzata il 2 e 3 maggio a Francoforte dalla Banca centrale europea. L'intervento di Andrea Enria, dal gennaio 2019 Presidente del Consiglio di vigilanza dell'Istituto, ha fornito significative valutazioni sul futuro e le prospettive dei modelli di business delle banche europee e della regolamentazione della loro operatività.
Enria ha parlato dell'opportunità che le banche europee si focalizzino non solo sulle prospettive di utili ma anche sul valore dei titoli mark-to-market, sui costi di finanziamento, riponendo crescente attenzione sulla qualità degli asset, specialmente nei settori che sono sensibili ai rialzi dei tassi. E anche ad assumere azioni proattive quando vedono deterioramenti degli asset.
Enria ha messo in in evidenza una criticità non di poco conto sulla “digitalizzazione delle banche europee” avvenuta con l'impatto delle partnership con le fintech “e penso che questo sia un po’ la storia che può accadere in diverse aree. Sebbene tutte le istituzioni rilevanti ora abbiano una strategia” sulla digitalizzazione “molte non hanno investimenti i grado di seguire queste strategie. Molte non hanno il personale in grado di assicurare la gestione del rischio necessario per queste nuove sfide”.
Uno dei pericoli in agguato può essere “in particolare la velocità con cui gli utenti possono abbandonare” un istituto ritirando i depositi. “Tutto questo può portare alcune banche a perdere terreno e non avere più la sostenibilità nei loro modelli di business” è la previsione.
Quanto al caso del fallimento negli Stati Uniti della Silicon Valley Bank negli Usa, Enria ha ribadito, come di recente, che nell’Unione europea non esistono istituti analoghi. Il capo della Vigilanza bancaria ha rilevato che bisogna ancora discutere e riflettere ricordando che alcune banche coinvolte” nei fallimenti negli Usa “non erano sotto i criteri di Basilea III”. Enria comunque conferma la cautela necessaria “nell’aggiustare troppo la regolamentazione” pur concludendo che "ci sono suggerimenti che dovremmo discutere a livello internazionale”.
Sullo specifico argomento della vigilanza Enria è notoriamente convinto che bisogna passare da un approccio basato su regole e fortemente codificato ad uno caso per caso, incentrato sul rischio e adattabile a circostanze economiche in rapida evoluzione. Di qui la maggiore discrezionalità delle autorità di vigilanza e l'esigenza di una maggiore trasparenza e di controlli interni più rigorosi.
Antonio De Chiara@euroeconomie.it