Si è tenuto domenica 19 giugno il secondo turno delle elezioni legislative in Francia, appuntamento politico di primaria importanza per gli equilibri politici interni francesi ed europei.
Secondo le prime proiezioni della serata di domenica, la coalizione presidenziale, L'Ensemble, che dovrebbe ottenere fra 210 e 230 seggi, sempre a grande distanza dall'obiettivo di quota 289, necessaria per la maggioranza assoluta. Insegue, stabile, la Nupes di Jean-Luc Mélenchon, con 170-190 seggi. Marine Le Pen, con il Rassemblement National sale a 80-95 seggi. Scende, invece, il partito dei Républicains, la destra tradizionale, a 58-65 seggi.
Il presidente francese Macron, a due mesi dalla rielezione all'Eliseo ottiene con la sua formazione Ensemble il maggior numero di seggi all'Assemblea nazionale francese, ma perde la maggioranza assoluta, un risultato ben lontano dalla soglia della maggioranza assoluta, che era di 289 deputati visto che l'Assemblea nazionale è composta da 577 seggi.
Per la prima volta in 20 anni, un presidente neoeletto sembra non essere riuscito a raccogliere la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale, il che non fermerà l'agenda interna di Macron, ma farà crescere l'influenza del Parlamento dopo un primo mandato durante il quale lo stile di governo di Macron aveva per lo più emarginato i legislatori. Il voto è stato anche segnato da un record di bassa affluenza: un segnale di avvertimento per Macron, che ha promesso di governare più vicino al popolo per il suo secondo mandato. Solo il 46 per cento circa dell'elettorato francese è andato alle urne, sempre secondo le proiezioni, il secondo livello più basso dal 1958.
Per l'alleanza dei partiti di sinistra, nota come Nouvelle Union Populaire Écologique et Sociale il risultato finora previsto tra i 150 e i 190 seggi non è sufficiente a prendere il controllo dell'Assemblea nazionale e costringere Macron a nominare primo ministro Mélenchon, come sperava il NUPES, ma è comunque un buon risultato per i partiti di sinistra che erano stati in gran parte considerati come irrimediabilmente divisi.
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