Con il Festival del 2024 a Firenze, il movimento intellettuale dell'"economia civile" ha fatto un salto di qualità in termini di riconoscibilità intellettuale e di paradigmicità del suo messaggio. Onore al merito di economisti come Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano Zamagni e altri che hanno promozionato da almeno un ventennio una continua crescita della notorietà di teorie che cercano risposte non fuori dall'economia di mercato ma all'insegna di un mercato diverso, “civile”. Nei loro libri e contributi le parole felicità, onore, virtù, bene comune, hanno una specifica tracciabilità semantica e possono essere riscoperte proprio in chiave economica, lasciando spazio ad una prospettiva etica e non puramente individualistica.
L'Ora di Partecipare è stato il titolo della sesta edizione a Firenze dal 3 al 6 ottobre. Il clima che si è respirato è stato lontanissimo da certo compiacimento cinico delle cosiddette teorie del mainstream. A queste si è opposto a Firenze una placidità da dottrina sociale della chiesa. Una eterodossia dai dettami di Chicago diversa dall'approccio riconducibile ai vari filoni della scuola keynesiana, resa invece pop ad un altro Festival italiano, quello dell'"economia critica", tenutosi con la sponsorship della Fondazione Feltrinelli di Milano il 3 e 4 ottobre su iniziativa di giovani accademici dinamici come Emanuele Felice che ha già chiamato a raccolta di nuovo quest'area del sapere economico nella tre giorni (11-13 ottobre) a Lanciano a cura dell'Associazione Marcello De Cecco.
Antonio de Chiara @euroeconomie.it