Il Consiglio europeo straordinario del 30 e 31 maggio si è occupato di petrolio, energia, difesa, sicurezza alimentare, con decisioni che saranno definite nel dettaglio dai negoziatori nelle settimane che precedeono l'assise ordinaria di giugno che chiuderà il semetre di presidenza francese dell'Unione europea.
L'embargo al petrolio russo via mare
I 27 capi di Stato e di Governo hanno trovato l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca. L’embargo al petrolio russo è stato deciso definendo alcune deroghe: il divieto d’importazione riguarda infatti solo il greggio che arriva via mare; escluso dal bando l’oleodotto Druzhba, che rifornisce Ungheria, Germania e Polonia. Una deroga concerne anche la Repubblica Ceca. “Il blocco permetterà di tagliare due terzi del petrolio importato dalla Russia”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha parlato invece del 90%, considerando che Germania e Polonia hanno dichiarato che rinunceranno anche al petrolio russo che arriva via tramite oleodotto. Ma occorre rilevare che il blocco sarà pienamente operativo solo a fine 2022, quando forse – si spera… – la guerra sarà terminata.
Soddisfatto Viktor Orban, il quale ha affermato che il suo Paese “è fuori” dai tagli del greggio. Come sempre accade in conclusione del summit, ogni leader rilascia dichiarazioni ad uso e consumo dei propri elettori e cittadini. Tra le decisioni assunte, anche lo stanziamento di 9 miliardi di ulteriori aiuti finanziari.
La risposta alla questione energetica è RePowerEu.
La presidente della Commissione von der Leyen, alla conferenza finale ha dichiarato tra l’altro: “la risposta alla questione energetica è RePowerEu. Si fonda fondamentalmente su tre diversi pilastri di cui abbiamo discusso oggi. Il primo è la diversificazione rispetto ai combustibili fossili russi, in particolare al gas. Qui ora abbiamo istituito una task force congiunta per gli acquisti comuni, gli acquisti congiunti di gas. Perché il potere di mercato dell’insieme dei 27 dell’Unione europea è molto più grande di quello di ogni singolo Stato membro e otterremo condizioni migliori”. Il secondo elemento “su cui stiamo lavorando in RePowerEu è la sicurezza dell’approvvigionamento attraverso migliori interconnessioni in modo che il gas possa fluire ovunque sia necessario e, naturalmente, l’obiettivo comune di avere uno stoccaggio del gas più strategico in tutta l’Unione europea. Ecco una buona notizia: il nostro deposito di gas è già riempito al 41% della capacità, cinque punti percentuali in più rispetto all’anno scorso alla stessa data”.
“E poi, il terzo è il pilastro più importante, e questo è il massiccio investimento nelle rinnovabili. Sta accelerando la diffusione delle energie rinnovabili in tutta l’Unione europea. L’energia rinnovabile ha il grande vantaggio che non fa bene solo al clima, ma fa anche bene alla nostra indipendenza e alla nostra sicurezza di approvvigionamento, e crea posti di lavoro a casa. Quindi per questo piano, RePowerEu, abbiamo discusso con il Consiglio europeo, proponiamo di sostenerlo con 300 miliardi di euro di finanziamenti dell’Ue”.
Per la difesa, 200 miliardi di spese extra
L’altro argomento era la difesa. “La guerra, ancora una volta, è stata ed è un duro promemoria per i nostri Stati membri sulla necessità di rafforzare le nostre capacità di difesa”, ha osservato Von der Leyen. “Dall’inizio della guerra, i leader e gli Stati membri si sono fatti avanti e hanno annunciato 200 miliardi di euro di spese militari extra. Ora, è importante garantire di ottenere il massimo valore da questo aumento e investimento aggiuntivo”.
La sicurezza alimentare
Infine, il tema della sicurezza alimentare. La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina sta avendo un impatto diretto sulla sicurezza alimentare globale e sull’accessibilità economica. “Ci troviamo di fronte a un’urgenza assoluta. E cioè: 20 milioni di tonnellate di grano sono bloccate in Ucraina e devono uscire." A questo proposito, il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad accelerare i lavori sulle “corsie di solidarietà” proposte dalla Commissione e ad agevolare le esportazioni alimentari dall’Ucraina attraverso diverse rotte terrestri e porti dell’Unione.
È inoltre necessario “dar sollievo alle popolazioni vulnerabili per permettersi il cibo. Per questo abbiamo impegnato 2,5 miliardi di euro e proponiamo di mobilitare le riserve del Fondo europeo di sviluppo per sostenere, ad esempio, l’Africa subsahariana”.
“La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina sta avendo un impatto diretto sulla sicurezza alimentare globale e sull’accessibilità economica”. Per questo, il Consiglio europeo “chiede alla Russia di porre fine ai suoi attacchi alle infrastrutture di trasporto in Ucraina, di revocare il blocco dei porti ucraini del Mar Nero e di consentire le esportazioni di generi alimentari, in particolare da Odessa”. L’Unione europea sta adottando “misure attive per facilitare le esportazioni agricole dell’Ucraina e per sostenere il settore agricolo ucraino in vista della stagione 2022”.
Il comunicato finale del Consiglio di fine maggio, conferma l'esistenza di una strategia per quanto possibile unitaria, seppur frutto di rallentamenti e compromessi, che sta conducendo ad un necessario riallineamento delle direttrici di sicurezza eneregetica ed alimentare dell'UE di proporzioni storiche.
Antonio De Chiara @Euroeconomie