I ministri europei dell'Economia riuniti sabato 24 febbraio all'Ecofin di Ghent in Belgio hanno ricevuto la visita di Mario Draghi per un primo confronto utile alla preparazione del rapporto sulla competitività dell’euro affidatogli dalla Commissione europea.
“Negli ultimi anni si sono verificati molti cambiamenti profondi nell’ordine economico globale e questi cambiamenti hanno avuto una serie di conseguenze, una delle quali è chiara: in Europa si dovrà investire una quantità enorme di denaro in un tempo relativamente breve”, ha spiegato Draghi. “Quando guardiamo ai nostri principali concorrenti e agli Stati Uniti in particolare, il divario è ovunque: nella produttività, nella crescita del Pil, nel Pil pro capite”, ha insistito l’ex presidente della Banca centrale europea che ha riferito anche di bisogni quantificabili.
“I bisogni delle transizioni verde e digitale sono stimati in almeno 500 miliardi di euro l’anno, a cui va aggiunta la difesa, gli investimenti produttivi”. La preoccupazione di Draghi riguarda “Il divario dell’Ue rispetto agli Usa" che "si sta allargando soprattutto dopo il 2010. Agli Usa sono serviti due anni per tornare ai livelli precedenti, all’Ue 9 anni e da allora non siamo saliti. C’è un gap di investimenti dell’1,5% del Pil pari a 500 miliardi di euro”. Rivolgendosi ai ministri riuniti in Belgio, Draghi ha loro chiesto come finanziare le esigenze degli ingenti investimenti da mettere in campo, su come mobilitare il risparmio in Europa, sullo spazio fiscale nazionale, anche alla luce delle nuove regole del Patto di stabilità, e su cosa pensino di un fondo Ue, di un prestito o di partenariati pubblici e privati veicolati dalla Banca europea per gli investimenti.
Proprio la scorsa settimana la Commissione europea ha pubblicato la nuova relazione annuale sul mercato unico e sulla competitività, che ha raccomandato di rafforzare ulteriormente l'Unione dei mercati di capitali, registrando alcuni miglioramenti e una ripresa degli investimenti pubblici rispetto ai bassi livelli registrati dopo la crisi finanziaria, in parte grazie al Recovery Fund distribuito nei vari Pnrr nazionali.
L'obiettivo di Draghi è di pubblicare la relazione affidatagli entro la fine del primo semestre di quest'anno, ma comunque dopo le elezioni europee del 6-9 giugno.
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