Si tengono nel mese di ottobre in Italia due interessanti eventi in materia di divulgazione economica di alto livello.
Uno a Milano e l'altro a Lanciano. Il 3 e 4 ottobre si tiene nel capoluogo lombardo, la prima edizione del Festival dell'economia critica, che si avvale della sponsorship della Fondazione Feltrinelli. Dall'11 al 13 ottobre sarà la volta in Abruzzo della settima edizione di Mani visibili, ideato dalla Associazione Marcello de Cecco.
Un fil rouge ideale unisce i due eventi ed è una visione critica del sistema economico esistente. A tesserne le fila saranno accademici e studiosi che si raduneranno per riaggregare intelligenza collettiva intorno alla suddetta critica con la forza delle proposte. I profili culturali sono, peraltro, non solo economici considerando che a Lanciano si estenderà a temi come guerre, materi prime e tecnologie. Si alterneranno tanti professori di spicco di generazioni che hanno preceduto quella che è propulsiva per questi eventi e che è quella dei quarantenni , alla quale appartiene Emanuele Felice, promotore del festival milanese e tra gli ispiratori degli incontri in Abruzzo.
I due eventi hanno quindi il pregio di mettere insieme sia gli studiosi che nei decenni scorsi sono stati testimoni di stagioni dalle alterne fortune keynesiane e riformiste che gli economisti, spesso specializzatisi in in templi paludati della disciplina all'estero, giunti relativamente da poco al gran parterre del dibattito nazionale e che stanno dimostrando di saper ricomporre le vecchie e nuove narrazioni, rinnovando il fronte critico al mainstream che, forte di potenti apparati universitari, istituzionali e socio-economici, ripropone ancora le virtù della mano invisibile come benefiche per le società a democrazia liberale.
Impigritosi e/o messo ai margini nel passaggio di secolo, il fronte keynesiano ha ripreso vigore con la crisi del 2008/9 fornendo quelle griglie critiche utili a smascherare teorie appiattitesi sull'edulcorazione della neofinanziarizzazione planetaria, rivelatasi con quella crisi un risiko fonte di instabilità sistemica. Sulla scia di quella riproposizione, sono apparsi rinvigoriti fino ad oggi le ricerche di studiosi poco disposti a riferirsi al Friedman o Lucas di turno.
A nome di Euroeconomie, auguro buon lavoro alle decine e decine di studiosi che animeranno gli incontri. Il sapere economico, memoria e slancio delle nostre società, avanza, nonostante le critiche delle quali è ingiustamente oggetto.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it