Conversazione con Stefania Gasparini, coordinatrice Segreteria Pd Emilia Romagna e vicesindaca di Carpi, curata per Euroeconomie da Alessandro Mauriello vicedricercatore in storia sindacale ed economica presso Fondazione Buozzi:
1. Lei ha all'attivo una versatile carriera di amministratrice e politica ed e' coordinatrice della Segreteria del Partuito Democratico dell'Emilia Romagna, nochè vicesindaco di Carpi, importante polo di sviluppo economico. A suo avviso il modello emiliano di sostenibilità con il patto per il lavoro è esportabile nel sistema paese e in termini di politiche industriali europee?
- certo che quello emiliano romagnolo può essere un modello di riferimento, innanzitutto come approccio e metodo di lavoro. Un metodo che parte dalle peculiarità dei territori e che si basa sulla corresponsabilità dell’amministrazione e della politica assieme alle forze di rappresentanza sindacale e imprenditoriali .
2.Ci spiega, in sintesi, il plus di questo modello ?
- sicuramente essere un modello policentrico, fondato sul giusto equilibrio tra pmi e grandi aziende, distretti e poli produttivi. Inoltre credo che anche il modello di relazioni sindacali e rappresentanza che si è costruito sia stato fondamentale nella storia economica dei nostri territori
3. Lei in passato e' stata dirigente sindacale. Cosa manca a suo avviso nell'attuale discussione sul pilastro sociale europeo?
- manca una visione comune contro i nuovi, ormai neanche più di tanto, modelli economici creati dalle grandi piattaforme. Il modello emiliano romagnolo ci dice anche questo: che la strada più utile ed efficace e’ quella che contribuisce a creare e a promuovere una visione collettiva e partecipata che metta la dignità dei lavoratori e dei territori al centro. Se non si fa questo, se non si impone una politica europea comune sociale ed economica che contrasti un’economia che si fonda esclusivamente sulle grandi piattaforme il rischio è che ogni paese faccia da se, portando al ribasso i diritti dei lavoratori e delle comunità
4. Come si rilancia la politica progressista anche a livello europeo, rimettendo al centro il lavoro e le disuguaglianze?
- tenendo la schiena dritta di fronte al modello economico delle piattaforme che mettono a repentaglio sia il singolo lavoratore sia le piccole medie imprese di cui il nostro paese e’ ricco. Incentivando la rappresentanza sindacale e datoriale, proteggendo gli interessi delle comunità, Incentivando e tutelando, senza ritorni al passato ma con lo sguardo rivolto al futuro, il nostro sistema manifatturiero, che rischia di essere spazzato via dagli equilibri economici mondiali, mettendo in pratica un riformismo partigiano.