Il vertice del 9 marzo alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha avviato una fase di dialogo transatlantico per scongiurare attriti tra sistemi produttivi e disequilibri dannosi negli scambi commerciali nonchè sull'attrazione degli investimenti. Il 10 marzo Von der Leyen ha dichiarato «Abbiamo concordato di lavorare per un accordo sulle materie critiche» e ha aggiunto «Per noi è molto importante unire le forze, perché è cruciale lottare assieme contro il cambiamento climatico».
Al netto delle dichiarazioni di facciata, si valuteranno nelle prossime settimane i progressi sui dossier in campo del viaggio a Washington intrapreso per avviare un percorso di superamento degli attriti provocati dall’Inflation Reduction Act, la legge statunitense approvata nell'agosto scorso, che offre 369 miliardi di dollari per lo sviluppo della sicurezza energetica e la lotta ai cambiamenti climatici. E' di tutta evidenza che sull'Ira, non si è andati ancora oltre gli auspici per un terreno comune e resta un campo il via libera di un piano di sussidi green simmetrico dell'UE per controbilanciare quello statunitense.
L'accordo Usa-Ue è invece più vicino e da perfezionare sui cosiddetti minerali critici con i quali si costruiscono le battierie indispensabili per la transizione verso l'energia pulita. Si profila un asse Usa-Ue sui suddetti minerali per ridurre la dipendenza dalla Cina, che è uno dei Paesi più ricchi di questi elementi. Il prosieguo dei negoziati sarà decisivo per soddisfare le rispettive esigenze di Ue e Usa senza compromettere la buona riuscita della transizione sussidiata green delle industrie dell'automotive dei due fronti transatlantici.