La Federal Reserve degli Stati Uniti mercoledi 1 novembre ha lasciato ancora invariati i tassi nel range compreso tra il 5,25% e il 5,50%. E' il secondo mese consecutivo: già da settembre scorso, infatti, la banca centrale statunitense aveva interrotto il percorso di inasprimento della politica monetaria dopo l'aumento di 25 punti base di luglio. La decisione è stata presa con il voto unanime del FOMC, il Comitato federale della Federal Reserve.
Dall'inizio della sequenza di stretta monetaria iniziata nel marzo del 2022 ci sono stati undici aumenti, che hanno portato il prezzo del denaro al livello più alto dal 2001.
Il 26 ottobre la Banca centrale europea (Bce) aveva simmetricamente lasciato invariati i tre tassi di interesse di riferimento. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale erano rimasti dunque rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4%.
L'economia degli Stati Uniti si è mostrata resiliente in modo sorprendente, è cresciuta ben oltre le attese. Così il presidente della Fed Jerome Powell, rispondendo a chi gli chiedeva se lo staff della banca centrale avesse inserito nuovamente la “recessione” fra gli scenari preparati per la riunione.
I banchieri della Federal Reserve "non hanno messo una recessione nelle previsioni" sull'andamento dell'economia, ha detto Jerome Powell in conferenza stampa. Powell ha spiegato che "l'idea che sarebbe difficile alzare di nuovo i tassi dopo una pausa non è giusta".
"Non stiamo pensando o parlando di taglio dei tassi. La domanda che ci poniamo è se dovremmo alzare di più". Così Powell sottolineando che le tensioni geopolitiche restano elevate e la Fed “monitora le implicazioni economiche”.
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