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How to improve poverty measurement in the EU

12/08/2024 20:10

Euroeconomie

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How to improve poverty measurement in the EU

La lotta alla povertà è in agenda ad ogni legislatura UE. La corretta misurazione del fenomeno è di grande importanza per migliorare le azioni di contrasto.

EN - The statistical literature on the measurement of poverty is, as is known, vast and even if it is restricted to the European Union, it remains complex to decipher beyond specialists. However, the topic attracts a lot of media attention, it always creeps into political propaganda but it is objectively a social problem that requires a scientific approach to address it seriously. An interesting contribution is proposed in the summer 2024 issue of Moneta e Credito by Stefano Zelli, an academic from Sapienza, dei Lincei who masters the analysis tools of the phenomenon investigated with the expertise that comes from decades of studies on the topic.  

After an introductory discussion on the different conceptual approaches, Zelli shows how definitions are translated into poverty measures that can be computed in the EU, highlighting some of the critical problems.

The paper also  addresses  some  outstanding  issues  in  the  debate  on  poverty measurement  and  calls  attention  to  pitfalls  and  opportunities  for  the official statistics.

 

IT - La letteratura statistica sulla misurazione della povertà è, come noto, vasta e pur restringendola all’Unione europea, resta di complessa decifrazione oltre gli specialisti. Pur tuttavia il tema richiama molto l’attenzione mediatica, si insinua sempre nella propaganda politica ma è oggettivamente una problematica sociale che richiede scientificità d’approccio per affrontarla seriamente. E' interessante un contributo proposto sul numero estivo del 2024 di Moneta e Credito da Stefano Zelli, accademico della Sapienza, dei Lincei che padroneggia gli strumenti di analisi del fenomeno indagato con la competenza che deriva da decenni di studi sul tema.  

Dopo una introduttiva discussione sui diversi approcci concettuali, Zelli mostra come le definizioni vengono tradotte in misure di povertà computabili nell'UE, evidenziandone alcuni dei problemi critici. L'articolo affronta anche alcuni problemi in sospeso nel dibattito sulla misurazione della povertà e richiama l'attenzione su insidie ​​e opportunità per le statistiche ufficiali.

 

Un fenomeno da misurare: gli studi statistici

La conoscenza del fenomeno rappresenta il requisito prioritario er orientare al meglio le politiche di contrasto alla povertà è la conoscenza del fenomeno. Difficile da definire, la povertà è altrettanto difficile da misurare.

Esistono diverse definizioni “ufficiali”, che incorporano una contrapposizione tra una interpretazione “assoluta” e una interpretazione “relativa” di povertà.

In estrema sintesi, si misura una povertà “assoluta” ricorrendo ad un minimo accettabile per la società in cui si vive, mentre si misura una povertà “relativa” ricorrendo ad una distanza da un tenore di vita medio (o mediano) della società.

Amartya Sen (1976) suggerisce di misurare la povertà considerando tre profili analitici: (i) la definizione degli indicatori della condizione di povertà, ossia la scelta della metrica da adottare; (ii) l’individuazione di una soglia di povertà, ovvero un criterio per identificare chi sia povero e chi no; (iii) l’aggregazione delle informazioni raccolte a livello individuale in un unico indice di povertà. La misurazione della povertà si basa su una metrica monetaria, solitamente un indicatore di reddito o di consumo, quando vi è mancanza di risorse per acquistare i beni e servizi necessari per raggiungere un certo tenore di vita nella società in cui si vive.

La misurazione della povertà si basa su una metrica non monetaria, che mira a valutare sinteticamente, ossia complessivamente, una pluralità di sintomi di disagio, in presenza di deprivazioni ovvero le privazioni che caratterizzano lo stato di povertà, privazioni determinate dallo stato di ristrettezze economiche e non da scelte, desiderata o stili di vita.

 

La misurazione della povertà dell’Unione europea

Date queste premesse generali, le misure di povertà nell’Unione europea sono fondate su indicatori di povertà e di esclusione sociale. Il più generale di questi, di natura multidimensionale, è la quota di persone a rischio di povertà o esclusione sociale (AROPE, At-Risk Of Poverty or social Exclusion). La base informativa è l’indagine europea sul reddito e le condizioni di vita fondata sul sistema di rilevazione EU-SILC, deliberato sin dal 2003 da un Regolamento del Parlamento europeo, confermato nel 2021.

L’AROPE combina misure di povertà monetaria relativa, di deprivazione materiale e sociale, e di bassa intensità di lavoro. La prima componente dell’AROPE è la quota di persone a rischio di povertà (AROP).

La seconda componente dell’AROPE è un indicatore composito di deprivazione materiale e sociale con rilevazioni Eurostat su tredici sintomi di disagio/deprivazione (indicatori binari), sette a livello famigliare e sei a livello individuale.

La terza componente dell’AROPE è la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (LWI).

Negli anni recenti, è emersa una certa insoddisfazione per come viene costruito l’AROPE e per come vengono misurate le sue componenti. È quindi maturato nell’UE un progetto intitolato “Measuring and mentoring absolute poverty” (ABSPO) che sta lavorando allo sviluppo di una misura monetaria di povertà assoluta a parità di potere d’acquisto comparabile tra i paesi membri e nel tempo.

 

Troppi europei a rischio povertà

Secondo le stime dell’Eurostat, nel 2022, 95,3 milioni di persone nell’Unione Europea erano a rischio di povertà o esclusione sociale, pari al 21,6 % della popolazione della UE, con tassi variabili dal 34,4% in Romania all’11,8% nella Repubblica Ceca (si veda la figura 1). L’Italia presenta una percentuale più alta della media europea, pari al 24,4%. Analizzando le componenti singolarmente, la quota di popolazione dell’UE con reddito insufficiente è stato pari al 16,5%, il tasso di grave deprivazione materiale e sociale al 6,7%, e quello della popolazione (al di sotto dei 65 anni) a bassa intensità di lavoro è stato pari all’8,3%.

 

Rilevare meglio la povertà nell'Unione europea

Secondo Zelli (2024) la statistica ufficiale, pur rilevando con strumenti complessi e strutturati il fenomeno, non soddisfa del tutto le richieste informative sulla povertà. Secondo Zelli è necessario rivedere le scale di equivalenza, stimare per piccole aree per avere una mappatura granulare del fenomeno, stimare meglio la povertà estrema, i senza fissa dimora, il cui numero e le condizioni hanno un forte impatto sociale, che spesso sfugge alla copertura delle statistiche.

La misurazione ufficiale della povertà è essenzialmente statica, è una fotografia della situazione esistente.  Fotografare la povertà in un determinato momento non permette di distinguere tra poveri transitori, occasionali, e poveri permanenti, ossia non permettere di cogliere la persistenza nello stato di povertà.

L’identificazione della dipendenza di stato è importante nell’ottica di definire interventi di contrasto alla povertà.

 

Antonio De Chiara @euroeconomie.it

 

 


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