La Banca Centrale Europea nel suo ultimo Bollettino economico ha dato conto delle decisioni del Consiglio direttivo del 15 dicembre 2022.
L'economia dell'area euro, nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023, scrive la Bce "potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all'elevata incertezza, all'indebolimento dell'attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive"
Breve recessione e riduzione del Qe
Con rischi "orientati al ribasso", se dovesse verificarsi una eventuale recessione dell'eurozona "sarebbe relativamente breve e di lieve entità".
L'istituto guidato da Christine Lagarde ha inoltre confermato che da marzo il portafoglio dei bond acquistati negli anni col programma 'App' "sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile" pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e che verrà poi determinato nel corso del tempo.
Inflazione e tassi
Per la Bce "i tassi di interesse debbono ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine".
Nel Bollettino si legge inoltre che "le misure di bilancio attuate a sostegno delle famiglie in risposta all’elevato livello delle quotazioni energetiche e dell’inflazione dovrebbero frenare l’incremento dei prezzi nel corso del 2023. Una volta revocate, tuttavia, l’inflazione riprenderà a salire. Le strozzature dal lato dell’offerta si stanno gradualmente attenuando, sebbene i loro effetti stiano ancora contribuendo all’inflazione, soprattutto per quando riguarda i prezzi dei beni".
La Bce quindi avverte che se dovesse essere costretta a neutralizzare ulteriori effetti inflazionsitici delle misure conto il caro energia, potrebbe decidere di essere anche più aggressiva nella sua stretta monetaria, che al momento prevede ulteriori aumenti ai tassi di interesse riduzioni dei portafogli di titoli, prevalentemente pubblici accumulati negli anni scorsi.
I salari e l'occupazione
Sul fronte europeo dei salari la Bce osserva : "in prospettiva, nei prossimi trimestri si dovrebbe assistere a una crescita dei salari molto marcata rispetto ai profili storici. Ciò riflette mercati del lavoro solidi che finora non sono stati colpiti in misura dirimente dal rallentamento dell’economia, aumenti dei salari minimi nazionali e un certo adeguamento delle retribuzioni agli elevati tassi di inflazione. Oltre il breve periodo l’atteso rallentamento dell’economia nell’area dell’euro e l’incertezza in merito alle prospettive economiche eserciteranno probabilmente delle pressioni al ribasso sulla crescita salariali".
Per contro Bce nota "segnali positivi" dall'occupazione è aumentata dello 0,3% nel terzo trimestre, e dalla disoccupazione al nuovo minimo storico del 6,5% a ottobre.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it