Il negoziato sulla nuova governance economica europea entra nel vivo a febbraio con il cosiddetto trilogo, cioè la riunione informale tra Parlamento europeo, Consiglio dell'Ue e Commissione Ue.
All'incontro la Commissione è rappresentata dal vicepresidente Valdis Dombrovskis. L'Eurocamera oltre alle relatrici Margarida Marques (S&D) ed Ester De Lange (Ppe) schiera la presidente della Commissione Econ Irene Tinagli. La presidenza di turno dell'Ue partecipa ai negoziati con il vice primo ministro e titolare dell'Economia del Belgio Peter Vab Peteghem.
Su X ha aperto le danze la relatrice Marques del Parlamento Europeo: ".. dobbiamo garantire che gli Stati membri dispongano dello spazio fiscale per investire nelle priorità strategiche, senza questo il Parlamento europeo rifiuterà di firmare un accordo!". Nelle attese il trilogo di febbraio dovrebbe essere quello finale.
Le trattative nella settimana sono state animate dalla Tinagli per l'Eurocamera e dalla sua richiesta ai negoziatori del Consiglio di avere replica scritta al documento del Parlamento per il trilogo.
Nella riunione al Coreper gli ambasciatori dei 27 hanno provato a fare sintesi, dopo il compromesso raggiunto a dicembre su impulso franco-tedesco. Con l'invio da parte del Consiglio del proprio 'position paper' al Pe, la vera piattaforma negoziale è destinata a prendere corpo.
Il Parlamento fungendo da co-legislatore può formalmente negoziare solo sul cosiddetto 'braccio preventivo' del Patto, uno dei tre testi della riforma, il più caratterizzante. Oltre ai piani di spesa a 4-7 anni predisponibili dagli Stati sulla base dell'aggiustamento dei conti pubblici chiesto dalla Commissione, Pe ed Eurocamera hanno inserito i riferimenti tecnici per gestire i ritmi per il calo del debito pubblico in eccesso e un nuovo obiettivo di riduzione "di salvaguardia" per il deficit (dal tetto del 3% del Pil attuale, verso l'1,5%).
L'estensione del trilogo al cosiddetto 'braccio correttivo' del Patto prelude ad una quadra da trovare sulle procedure per deficit e debito eccessivo e alla relativa direttiva sui requisiti per i quadri di bilancio, dove il Parlamento deve formalmente esprimere solo un parere.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it