L'accordo politico sul price cap è stato raggiunto lunedi 19 dicembre dai ministri europei dell'Energia a maggioranza qualificata. Anche la Germania, dopo la seguito delle complicate trattative la Germania ha approvato l'accordo, mentre si sono alla fine astenuti Austria e Paesi Bassi. Ferma sul no l'Ungheria.
Il tetto al prezzo del gas scatterà - dal 15 febbraio - al superamento dei 180 euro a megawattora per tre giorni con uno spread rispetto al prezzo del Gnl di 35 euro.
Presidenza Ue: “price cap equilibrato, forniture al sicuro”
Come noto Sikela, ministro dell'Industria ceco Sikela della Repubblica Ceca che è presidente di turno dell'Ue, puntava lunedi alla maggioranza qualificata, avendo anche ribadito in premessa :"Miro a raggiungere un accordo entro oggi e un modo per raggiungere l'accordo è usare la maggioranza qualificata".
Parole in coerenza sono state proferite dal ministro a margine dell'accordo raggiunto: "È stato l'accordo più difficile da trovare", Nel corso della conferenza stampa Sikela ha voluto rimarcare come "una volta ancora abbiamo dimostrato che l'Ue è capace di arrivare ad un'intesa. Il negoziato non è stato facile, ma credo che siamo arrivati ad un compromesso equilibrato" tra un prezzo troppo elevato per cittadini e imprese e "le salvaguardie necessarie" per le forniture. "Il meccanismo non metterà a rischio l'approvvigionamento di gas e la stabilità dei mercati", ha aggiunto.
Reazione russa: “Accordo inaccettabile: è una distorsione del mercato”
Come era prevedibile, la reazione della Russia non si è fatta attendere. Nella stessa giornata di lunedi, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, definito l'intesa una "distorsione del mercato" e promesso "una reazione" da parte russa, in linea con la reazione adottata sull'embargo petrolifero.
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