La proposta della Commissione europea di revisione del Patto di stabilità e di crescita dell'Unione Europea ha visto finalmente la luce a Bruxxelles mercoledi 26 aprile. A presentarla il Commissario agli affari economici Paolo Gentiloni.
In conferenza stampa, Gentiloni ha detto che le proposte di riforma della Governance economica Ue "promuovono una maggiore titolarità nazionale attraverso piani strutturali di bilancio a medio termine preparati dagli stati membri, all'interno di un quadro comune dell'Ue con sufficienti garanzie", ha aggiunto il Commissario Ue all'Economia Gentiloni. Garantiscono "contemporaneamente la parità di trattamento e la considerazione delle situazioni specifiche dei singoli Paesi". Le regole consentiranno "un'applicazione più credibile" dando “agli Stati membri un maggiore margine di manovra nella definizione delle traiettorie di bilancio”.
I Paesi membri indicheranno piani con obiettivi di quattro anni su come intendono affrontare squilibri macroeconomici e riforme, sulla base della comunicazione di un indicatore di spesa. Tali piani, estendibili di 3 anni, saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio. Viene prevista sostanzialmente l'indicazione di una “traiettoria tecnica” per gli Stati con disavanzo oltre il 3% del pil o debito oltre il 60% del pil, con la quale garantire che il debito si riduca nel piano e che il deficit scenda o resti al di sotto del 3% nel medio termine.
La Commissione è al lavoro per completare il quadro legislativo della revisione presentata entro la fine del 2023, così come richiesto a marzo dal Consiglio. Gentiloni si è detto fiducioso sul raggiungimento di questo obiettivo, condizionato, come noto, dalla disattivazione il 1 gennaio 2024 della ‘clausola generale di salvaguardia’.
Sui media europei la notizia ha avuto grande risalto e gia si sentoni gli echi delle forze politiche interne in campo, con posizioni che vanno dal rigorismo dei liberali tedeschi alla pressione dell'intero arco politico in Francia, Italia,Spagna nonchè Grecia e Portogallo, per continuare a insistere sulla flessibiltà dei percorsi di rientro dai deficit pubblici. In poco più di un semestre la governance economica dell'Unione sarà ridefinita con la revisione del Patto che tiene vincolati alla stabilità i Paesi membri.
desk@euroeconomie.it