Con un recente decreto, il governo della Russia ha chiesto, per vcce del leader del Cremlino Vladimir Putin, di pagare in rubli le forniture di gas. Nell'incontro del primo aprile per discutere della questione, gli ambasciatori Ue hanno inteso far emergere una chiara indicazione che prevede l'osservanza e il rispetto dei termini contrattuali con pagamenti nelle valute previste, vale a dire euro o dollari.
A margine di queste indicazioni, gli esperti degli Stati membri e della Commissione Ue stanno analizzando il decreto di Putin e, a quanto si apprende, non sono ancora giunti a una conclusione sulla reale validità del meccanismo di pagamento e sul suo possibile funzionamento.
Dopo il deciso no al pagamento in rubli espresso anche al vertice Ue della scorsa settimana dai principali capi di Stato e di governo, i governi dei Paesi dell'Unione sono quindi orientati a confermare l'approccio coordinato di non adesione alle richieste avanzate con tono assertivo da Vladimir Putin in persona. Per le società dei Paesi eruoepi più esposti non è contemplata la possibilità che paghino forniture dalla Russia usando rubli.
Considerando l'importanza della problematica, la questione è anche in agenda al vertice del 4-5 aprile in Lussemburgo dei ministri finanziari dell'Eurozona e dell'Ue.
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