Una notevole perdita di fiducia da parte degli investitori ha rischiato di far fallire nella terza settimana di marzo 2023 Credit Suisse. A destare sfiducia, è stata l'indisponibilita sopravvenuta da parte di Saudi Arab Bank a offrire ulteriore capitale per arginare i flussi di cassa in uscita della banca di Zurigo.
La crisi e i timori
Dopo i fallimenti di due banche statunitensi, l'eventualità non remota di un terzo clamoroso fallimento di una banca di livello internazionale ha creato forti preoccupazioni, considerando il precedente della Lehman Brothers del 2008, il cui fallimento innescò una recessione ancora spettro di mercati, governo e investitori globali.
Il prezzo delle azioni di Credit Suisse è sceso ai minimi storici dopo il dietrofront degli investitori arabi. Sull'orlo del fallimento, il destino del Credit Suisse è stato legato per giorni all'iniziativa di salvataggio della Banca Nazionale Svizzera e alla sua moral suasion sulla banca svizzera UBS per l'acquisizione la storica rivale in crisi. Una maratona di negoziati hanno coinvolto in Svizzera i vertici delle due banche, della politica e delle autorità di vigilanza, preoccupati di evitare una conflagrazione.
La soluzione
Dopo una prima offerta giudicata insufficiente da Credit Suisse, si è appreso con certezza domenica 19 marzo che UBS ha rilevato la sua più piccola rivale locale per tre miliardi di franchi (ben 3 miliardi di euro), caricandosi della responsabilità di perdite fino a cinque miliardi di franchi. Per agevolare l'operazione, è stata attivata in Svizzera una garanzia statale sulle perdite di 9 miliardi di franchi e impegni di liquidità fino a 200 miliardi di franchi.
L'Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha accolto con favore la soluzione di acquisizione e le misure adottate dal Governo federale e dalla Banca Nazionale Svizzera.
Il Governo svizzero a Berna era sottoposto a notevoli pressioni per stabilizzare la situazione e sostenere il Credit Suisse. Dopo tutto, Credit Suisse è uno dei maggiori gestori patrimoniali al mondo ed è una delle 30 banche di importanza sistemica globale il cui fallimento avrebbe scosso il sistema finanziario internazionale.
Le reazioni nell'Unione
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea ha accolto favorevolmente quella che definisce "la rapida azione e le decisioni prese dalle autorita' svizzere" per risolvere il caso di Credit Suisse, che, secondo Lagarde, sono risultati "determinanti per ripristinare condizioni di mercato ordinate ed assicurare la stabilita' finanziaria". Dello stesso avviso il Comitato di risoluzione unico dell’Ue e l’Autorità bancaria europea (Eba).
Sulla scorta del rinnovato clima di fiducia dopo il salvataggio in Svizzera, si sono succeduti a Bruxelles incontri di Lagarde con Von der Leyen e Michel nella mattinata di lunedi 20 marzo e alle 15 la presidente della Bce ha avuto una doppia audizione al Parlamento europeo, prima sulla politica monetaria, successivamente in qualità di presidente dello European Systemic Risk Board.
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