Emmanuel Macron e Mario Draghi hanno aperto nei mesi scorsi un dialogo riservato e informale sulla nuova governance economica europea che dovrebbe essere avviata entro il 2022, quando finirà la clausola sospensiva del Patto di Stabilità. Dei futuri scenari di riforma, si è trovata traccia anche nelle interviste e dichiarazioni dei responsabili dei dicasteri economici di Francia e Italia a margine degli Ecofin susseguitisi nell’autunno del 2021. La sponda spagnola all’attivismo franco-italiano non è mancata ma le ambasce diplomatiche sono da mesi rivolte da parigi e da Roma al tedesco Olaf Scholz e, più precisamente, sin dalla sua affermazione alle elezioni federali di settembre. Scholz ha una lunga consuetudine di rapporti agli Ecofin con Le Maire e anche Mario Draghi che vi ha partecipato come Presidente della Bce fino alla fine del 2019..Il Presidente francese ha incontrato Scholz il 10 dicembre a Parigi, lo stesso ha fatto il primo ministro italiano a Roma lunedi 20 dicembre.
L'idea di Macron, in vista della presidenza francese della Ue che comincia a gennaio, è riuscire a lanciare un documento o una lettera comune di un gruppo di Paesi in modo da far convergere poi tutti gli altri. Per farlo, bisogna aggirare i veti sulla famosa regola del 3% puntando su golden rule e revisione del fiscal compact. In questo nuovo quadro di riferimento, la revisione del fiscal compact ruota attorno alla "regola del ventesimo", secondo cui ciascun Paese deve ridurre di un ventesimo all'anno lo stock di debito eccedente la soglia del 60% del Pil. Obiettivi ambiziosi sulle rotte diplomatiche europee che nel semestre francese di presidenza del Consiglio europeo dovrebbe giungere a bozze di riforma per l’Unione del secondo decennio del secolo.