Conversazione con Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica, alle Politiche abitative e al Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio.
a cura di Alessandro Mauriello
per la rubrica Macro/Scenari di Euroeconomie.it
1. Cosa sta facendo la Regione sulla transizione ecologica ed energetica in termini di policies, in linea con le direttive europee?
“L’orizzonte della nostra programmazione e delle nostre azioni è quello indicato dalle leggi dello Stato e dalle direttive dell’Unione Europea. In particolare, tutta la politica europea in materia di rifiuti è rivolta a promuovere interventi di contrasto del cambiamento climatico e di tutela dell’ambiente, contribuendo così all’inversione di quel modello di sviluppo fondato sul principio ‘usa e getta’, passando da una ‘economia lineare’ a una ‘economia circolare’: una stringente necessità che riguarda tutti noi.
La sfida dell’economia circolare può essere affrontata con successo solo attraverso una strategia condivisa dalle varie forze per garantire la piena funzionalità del sistema e governare con efficacia l’intero ciclo dei rifiuti. Il nuovo Piano Rifiuti del Lazio, ad esempio, indica da una parte le azioni di contrasto alla produzione degli scarti e allo sviluppo della raccolta differenziata, mentre dall’altra parte prevede l’indicazione degli impianti necessari per il trattamento e lo smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, da quelli urbani a quelli industriali, dai rifiuti speciali ai fanghi dei depuratori, all’interno delle localizzazioni fornite dalle province.
Sono pertanto due i pilastri della nuova pianificazione regionale: l’autosufficienza del Lazio e un’equa ripartizione territoriale del peso impiantistico - per chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei propri confini - e l’economia circolare con investimenti e interventi concreti per favorire la raccolta differenziata, il riciclo dei rifiuti e il riuso delle materie, sostenendo la realizzazione di una filiera industriale ecosostenibile.
Con il nuovo Piano Energetico regionale, inoltre, puntiamo a cancellare le emissioni nette di CO2 entro il 2050 grazie al 100% di fonti rinnovabili, mentre il Piano di risanamento della qualità dell’aria prevede di ridurre progressivamente i livelli d’inquinamento con investimenti per 3,4 miliardi di euro nei prossimi anni. Tutti programmi e obiettivi in linea con le direttive europee".
2. Nello specifico per gli immobili e il loro impatto ambientale?
“Dopo 25 anni di attesa, la nostra Amministrazione è riuscita ad approvare il nuovo Piano territoriale paesistico che mancava dal 1998, con cui viene disciplinato l’uso dell’intero territorio del Lazio, salvaguardando i vincoli del paesaggio e fornendo certezze ai Comuni, agli operatori del settore e ai cittadini. Questo strumento di pianificazione interviene sul territorio vincolato, come beni del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico tutelati per legge, e sostituisce completamente i precedenti Piani Territoriali Paesistici, dotando il Lazio di un unico strumento di gestione del territorio.
Oltre al Ptpr, abbiamo sostenuto i programmi di rigenerazione urbana per il recupero di quartieri ed edifici degradati senza ulteriore consumo di suolo: sono stati approvati circa 110 progetti di rigenerazione in diversi Comuni del Lazio perché il futuro dell’urbanistica è il recupero e non l’espansione.
Sul tema della casa abbiamo poi investito un miliardo di euro per riqualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del Lazio. In particolare, sono stati stanziati 100 milioni di euro per la realizzazione di oltre 1.000 nuovi alloggi popolari senza ulteriore consumo di suolo. Si tratta del più grande piano di edilizia pubblica degli ultimi trent'anni. Sono stati promossi anche numerosi interventi per la riqualificazione del patrimonio Ater con un finanziamento regionale di circa 400 milioni di euro, che ha interessato migliaia di alloggi nelle cinque province della nostra regione per favorire l’efficientamento energetico degli edifici e la riduzione dei consumi di luce e gas con un notevole impatto positivo sull’ambiente. Insieme alla riqualificazione degli immobili, infine, sono già state realizzate anche 18 aree verdi con parco giochi e campi polivalenti in altrettanti complessi di edilizia pubblica con un contributo regionale di circa un milione di euro.
Con la riqualificazione del patrimonio di edilizia pubblica, vogliamo anche promuovere il decoro urbano e valorizzare il tessuto sociale e culturale del territorio, sostenendo il senso di appartenenza delle comunità locali. Vogliamo contrastare la carenza civica e il senso di marginalità sociale, favorendo nuovi spazi e opportunità di confronto, integrazione e crescita".
3. Che cosa a suo avviso in termini di azione di sistema Paese dovremmo implementare sui temi menzionati?
"È fondamentale promuovere la riduzione della produzione di rifiuti, a partire dagli imballaggi in plastica, e incentivare lo sviluppo della raccolta differenziata per sostenere il recupero e il riciclo delle materie. Solo così i rifiuti possono trasformarsi da un problema in una risorsa. Per raggiungere questi obiettivi è necessario favorire nei Comuni l’applicazione della Tariffa puntuale, secondo il principio ‘meno inquini e meno paghi’, implementare la realizzazione di isole ecologiche, di centri di compostaggio e impianti per il riuso.
Ma è altrettanto importante sostenere il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale e misure per la legalità e la sicurezza. Strumenti e procedure che potranno aiutare nella gestione degli atti amministrativi, come i procedimenti autorizzatori da concedere o rinnovare, per la realizzazione di nuove strutture di trasformazione o trattamento dei rifiuti. Un piano di rafforzamento che deve riguardare anche la tematica delle verifiche sugli impianti autorizzati: in questo caso emerge il bisogno di una solida programmazione dei controlli operati in rete con altre autorità competenti, prevedendo anche accordi interistituzionali che possano ampliare la gamma dei monitoraggi in ragione delle competenze di ciascun ente (Arpa Lazio, Asl, Carabinieri Forestali ecc.).
Il problema non sono gli impianti, ma una corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Non prestiamoci ad un atteggiamento superficiale e disfattista di quanti non vogliono affrontare con serietà e lungimiranza il nodo dei rifiuti, che devono essere gestiti e non demonizzati.
Serve dunque una grande alleanza tra istituzioni, imprese e cittadini per affermare un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente, sull’uso consapevole delle risorse, sull’economia circolare. Un impegno etico, ma anche una grande occasione di sviluppo duraturo".
Mauriello@euroeconomie.it