In una recente intervista al quotidiano britannico "The Times". il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha confermato che l’Unione europea sta preparando un sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia che preveda “una qualche forma di embargo” sul petrolio in reazione all'aggressione mlitare all'Ucraina.
Necessarie nuove sanzioni. Divergenze nell'Ue
I dettagli del sesto pacchetto di sanzioni alla Russia sono in fase negoziale ma Dombrovskis, nell'intervista al Times, ha anticipato le due opzioni possibili: l’Ue potrebbe decidere di ridurre gradualmente le importazioni di petrolio o imporre dazi oltre un certo prezzo.
Il quadro generale che ha impostato la Commissione definisce le modalità, imponendo sanzioni "in modo da massimizzare la pressione sulla Russia, al contempo minimizzando il danno collaterale su di noi”. La scansione temporale potrebbe essere prudenzialmente progressiva: "l’Ue potrebbe decidere di ridurre gradualmente le importazioni di petrolio o imporre dazi oltre un certo prezzo.“
L’Ue, come noto, non ha seguito la celere tempisitca di Stati Uniti e Regno Unito, che già a marzo hanno posto un divieto sul petrolio russo e sui suoi prodotti derivati.
Alla luce dell’elevata dipendenza dell'Unione dal petrolio e, soprattutto, dal gas proveniente dalla Russia, tra i paesi membri si registrano divisioni in merito all'estensione dell'embargo alle importazioni di energia considerando l'importanza di questi approviggionamenti per la generazione di elettricità per imprese e famiglie.
Prima grossa ritorsione russa alle sanzioni Ue: stop gas a Polonia e Bulgaria
Gazprom, l’azienda energetica statale russa, ha annunciato di aver interrotto mercoledì mattina le forniture di gas naturale alla Polonia e alla Bulgaria, come era stato anticipato il giorno prima dai due paesi. Quella di mercoledì è la prima interruzione delle forniture di gas russo a due paesi europei dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e di fatto è la prima grossa ritorsione della Russia alle sanzioni economiche imposte dall’Occidente. È anche una violazione dei contratti stipulati tra Gazprom e i paesi europei, che dimostra come il governo russo sia pronto a usare le forniture energetiche per fare pressione sull’Europa.
La ragione dell’interruzione secondo le autorità russe è che i due paesi si sarebbero rifiutati di pagare il combustibile in rubli o comunque nelle modalità richieste dalla Russia. Il governo russo ha anche fatto sapere che se la Polonia e la Bulgaria preleveranno dai gasdotti il gas destinato ad altri paesi europei ridurrà il livello generale delle forniture, per un ammontare analogo a quanto sottratto dai due paesi.
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