Nel 2023 potrebbe non essere applicata la norma del Patto di Stabilità che prevede una procedura molto severa – e per molti versi inapplicabile in questa fase – per i Paesi dell'Unione che sforano i parametri del debito pubblico.
Un ulteriore clima distensivo sulle regole del Patto potrebbe costituire un vero passo avanti considerando gli aggiuntivi fattori di instabilità e incertezza che l'invasione russa dell'Ucraina sta determinando negli scenari geopolitici ed economici continentali.
il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis e il Commissario Gentiloni, nelle dichiarazioni a margine della presentazione delle previsioni delle Linee Guida, hanno concordato sulla necessità di una riduzione del debito con criteri diversi tra Paesi con esposizioni “più alte” o “più basse”.
Si fa strada l'ipotesi di «sospendere» formalmente l’intero Patto anche per il 2023 con un serrato confronto tra gli Stati membri in primavera.
«È possibile – hanno annunciato Dombrovskis e Gentiloni - che vengano decise risposte straordinarie» a livello Ue. Sicuramente queste risposte possono cominicare ad esser più chiare dalla seconda settimana di marzo con i vertici che affronteranno focus complicati come la crisi energetica abbattutasi sull'Unione. Fervono infatti i preparativi del Consiglio europeo informale che si terrà a Parigi il 10 e 11 marzo nel corso del quale la presidenza francese è intenzionata a far discutere i leader europei di un nuovo tipo di sostegno che ricalchi il Recovery Fund e riguardi le spese da effettuare nei settori dell'energia e della difesa. Se si tratti di una possibilità di un ulteriore passo verso la comunitarizzazione del debito è tutto da verificare.
Antonio De Chiara Brief Note per le rubriche Macro/Scenari e Cultura Economica di @euroeconomie.it