Il Premio Nobel per le scienze economiche 2023, premio della Banca di Svezia in memoria di Alfred Nobel, è stato assegnato all'economista statunitense Claudia Goldin, per la sua ricerca sull’occupazione femminile, che ha contribuito a identificare le maggiori determinanti delle differenze di genere che si osservano ancora oggi nel mercato del lavoro di tutti i paesi del mondo. La Goldin è la prima delle tre donne a ricevere da sola il prestigioso riconoscimento, considerando che Elinor Ostrom (2009) ed Ester Duflo (2019) sono state insignite in passato del premio in coabitazione con economisti uomini. E' inoltre stata la prima donna a cui nel 1989 è stato offerto un incarico nel dipartimento di economia di Harvard, ha diretto il programma Development of the American Economy dell’istituto dal 1989 al 2017 ed è co-direttrice del Gender in the Economy Study Group del National Bureau of Economic Research (Nber), grazie ai meriti di una carriera durante la quale la ricchezza dei dati che ha reperito, ha permesso di identificare le maggiori variabili che hanno influito sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro nel corso del XX secolo.
Decenni di ricerca innovativa e in solida prospettiva storica
Basandosi su decenni di ricerca innovativa, Claudia Goldin ha fornito uno sguardo nuovo e approfondito alle diverse esperienze delle donne statunitensi con istruzione universitaria dal 1900 a oggi, esaminando le aspirazioni che hanno formato e gli ostacoli che hanno dovuto affrontare in termini di carriera, lavoro, matrimonio e figli.
La ricerca di Claudia Goldin ha unito due ambiti importanti della ricerca economica: l’economia del lavoro, appunto finalizzata a spiegare le scelte di lavoro degli individui, e la storia economica. Paradigmatica in questo senso la Richard T. Ely Lecture “The Quiet Revolution That Transformed Women's Employment, Education, and Family”, tenuta presso la conferenza della American Economic Association nel 2002 in cui la Goldin sottolinea come l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro abbia rappresentato il cambiamento più significativo dell’ultimo secolo., e sostiene che le scelte lavorative delle donne abbiano giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’economia del lavoro: proprio lo studio e l’analisi dei comportamenti delle donne lungo il ciclo di vita e con un approccio storico ha permesso di sviluppare le teorie di offerta di lavoro che si insegnano ancora oggi nei corsi universitari.
L'economia del lavoro e la categoria morale dell'avidità
Claudia Goldin ha mostrato quanti profili lavorativi siano stati associabili alla categoria morale dell'"avidità". In questo quadro, l'economista di Harvard ha coniato il termine “lavoro avido” per descrivere occupazioni che ricompensano sproporzionatamente lunghe ore in ufficio o limitata autonomia, penalizzando così le donne che si vedono cos' costrette ad adattarsi, loro malgrado, a lavori più flessibili. Una penalizzazione de facto che ha perpetuato le disparità tra donne e uomini.
Il mercato del lavoro e le discriminazioni ai danni delle donne
Le leggi antidiscriminatorie e i manager imparziali, per quanto preziosi, non sono stati e non sono sufficienti. Sul tema, Claudia Goldin, insieme a Cecilia Rouse, ha scritto nel 2000 sull'American Economic Review uno dei pochi articoli empirici che riesce a quantificare questo fenomeno: “Orchestrating impartiality: The impact of “blind” auditions on female musicians”. L'articolo esamina le evidenze desunte dall'assunzione di musicisti professionisti nelle orchestre sinfoniche americane, rimarcando una decisiva svolta nelle procedure di selezione delle/i candidate/i. Goldin e Roose hanno dimostrato come l'introduzione di audizioni “al buio”, dietro ad un paravento, per l'assunzione nelle orchestre sinfoniche americane ha riequilibrato l'accesso di genere alle stesse, apparso discriminatorio fino a quando le selezioni sono state svolte, fino agli anni settanta, di fronte ad una giuria.
Le donne e il lavoro nel ventunesimo secolo
La ricerca della Goldin ha presupposto che una serie di cambiamenti negli assetti dell’economia globale, nell’organizzazione dei processi di lavoro e nei sistemi di welfare e protezione sociale hanno guidato un’accelerazione nella richiesta di forza lavoro più disponibile, temporanea e meno costosa per le imprese. Nelle pagine dedicate ai tempi più recenti del suo “Understanding the Gender Gap: An Economic History of American Women” la Goldin, ha tracciato l’identikit del lavoratore degli ultimi decenni segnalando che effettivamente presenta molti tratti che si suppone e si vuole siano femminili, al punto che la crescita dell’occupazione delle donne viene letta come il risultato di una domanda di lavoro che si orienterebbe sempre più verso prerogative femminili.
Gli studi più recenti
L'ultimo libro di Claudia Goldin, "Career and Family: Women's Century-Long Journey toward Equity" edito nel 2021, è un’ampia panoramica sui progressi compiuti dalle donne con istruzione universitaria nella carriera, ma anche sui ritardi nella condivisione dei compiti di cura di casa e figli all’interno delle coppie.
Career and Family è considerato una summa dei cambiamenti fondamentali da apportare al modo in cui lavoriamo e come diamo valore all’assistenza se vogliamo raggiungere l’uguaglianza di genere e l’equità di coppia.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it