La cosiddetta protesta dei trattori, che blocca arterie in tutta Europa, è culminata giovedi 1 febbraio in una manifestazione davanti alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles.
Gli agricoltori chiedono sussidi più equi, di calmierare i costi dei carburanti (contestate le tasse sul diesel agricolo in Germania), di snellire la burocrazia, di essere protetti dal dumping dei prezzi creatosi con afflusso liberalizzato di prodotti dall'Ucraina e, si ventila, dal Mercosur, di misure per regolare l'installazione di impianti fotovoltaici su terreni produttivi.
Da parte loro, le Isituzioni UE mirano a raggiungere lo scopo della neutralità climatica nel 2050 e chiedono agli agricoltori di eliminare i pesticidi dannosi (da dimezzare entro il 2030), di aumentare la rotazione delle colture, di introdurre nuove tecnologie, ridurre le emissioni e gli sprechi alimentari. Una agenda che evidentemente va meglio raccordata con gli attori sociali ed economici maggiormente esposti all'impatto del cambiamento richiesto.
La protesta è clamorosa ma la tensione concreta alla transizione ecologica non va stravolta, è invece esattamente necessario il contrario.. Al riguardo, è esemplare è il fenomeno della siccità che sta danneggiando per circa sei miliardi di euro gli agricoltori stessi. Si tratta di un palese effetto del cambiamento climatico che il Green Deal dell'Unione europea vuole mitigare a favore appunto di produzioni sostenibili in terreni strappati all'inaridimento dalla neutralità climatica.
Eventuali strumentalizzazioni di una protesta che va ascoltata sono invece un danno al comparto agricolo continentale che l'esecutivo europeo vuole rendere il più avanzato del Pianeta nei prossimi decenni e non deprimerlo in nome di un inesistente furore ideologico, strumentalmente invocato da negazionisti climatici di maniera.
A margine del Consiglio europeo straordinario,, si sono inoltre registrate da parte della presidente della Commissione Von der Leyen, accorte aperture alle istanze degli agricoltori. Anche i governi di Francia e Germania sono orientate a gestire le proteste piuttosto che farle degenerare.
Antonio De Chiara @euroeconomie.it