Il G20 di Roma si è rivelato una importante vetrina globale sull'Italia nei giorni del 30 e 31 ottobre in cui si è tenuto il vertice tra i grandi della Terra. Questo G20 è stato anche il primo incontro faccia a faccia in due anni tra i leader: quello dell’anno scorso in Arabia saudita si era tenuto in forma virtuale, a causa della pandemia.
Riunendo i paesi più ricchi, le economie emergenti ed alcune istituzioni internazionali. Il G20 rappresenta oltre l’80% del Pil mondiale, il 75% del commercio globale, il 60% della popolazione del pianeta e il 75% delle emissioni di gas serra.
I membri del Gruppo dei Venti
Argentina, Australia, Brasile, Gran Bretagna, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sudafrica, Arabia saudita, Corea del Sud, Turchia, Stati Uniti, Unione Europea. La Spagna viene invitata come ospite permanente ogni anno. Inoltre, vengono invitati i leader delle principali organizzazioni internazionali, come le Nazioni unite e il Fondo Monetario Internazionale.
Cosa è avvenuto sotto la presidenza italiana?
Sono stati organizzati 175 eventi, 20 incontri ministeriali e tre tra i leader (due dei quali avvenuti in formato virtuale e incentrati sulla pandemia e sull’Afghanistan; il terzo sarà il faccia a faccia finale questo fine settimana).
I temi
Basandosi su tre pilastri tematici persone, pianeta e prosperità, l’Italia a organizzato un summit che ha dato priorità alle questioni relative ai cambiamenti climatici, in vista della Cop26 di Glasgow che inizia lunedì 1 novembre. In agenda sono stati trattati anche temi legati alla ripresa economica dopo la pandemia, dell’aumento dei prezzi dell’energia e della difficoltà delle forniture, della campagna di vaccinazioni a livello mondiale, di una tassa minima globale del 15% per le grosse corporation.
Il summit
Biden è volato Roma, assenti invece, ufficialmente per la pandemia, il leader cinese Xi Jimping, il russo Putin e il giapponese Kishida . All'appello presenti i vertici delle Istituzioni europee, Von der Leyen e Michel, e naturalmente i leader dei grandi paesi : Draghi, padrone di casa, il francese Macron e la tedesca Merkel nonchè Pedro Sanchez in rappresentanza della Spagna, paese non G20 ma tradizionalmente invitato a questi summit.
Il risultato più importante è stata l'intesa sugli aspetti che riguardano il clima, su cui si è negoziato fino all'ultimo: il vertice ha trovato l'accordo sul tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale.
il ruolo degli europei
La svolta multilateralista del nuovo corso Biden negli Stati Uniti ha favorito un clima distensivo con i leader europei al summit di Roma. Gli europei hanno centrato con Von der Leyen l'obiettivo di raggiungere una intesa con Biden per annullare i dazi del 25 %, ereditata dall'amministrazione Trump, sulle esportazioni Ue negli Usa di acciaio e alluminio. L'Ue ritira di converso dazi distorsivi ai danni dei prodotti degli Stati Uniti così come viene archiviata l'annosa disputa euroamericana sulle forniture di aerei. Le immagini dell'entente cordiale in conferenza stampa tra la presidente della Commissione Ue e il Presidente Usa Biden hanno fatto il giro del mondo. Così come la stretta di mano, con annesse scuse, di Biden al presidente francese Macron, a poche settimane dal pemalizzante accrodo per la fornitura anglo-americana all'Australia ai danni della Francia di una miliardaria fornitura di sottomarini. Macron ha inoltre dialogato con Boris Johnson sui dossier che contrappongono da mesi le due sponde della Manica. Dal canto suo, Angela Merkel, al suo ultimo G20, ha definito cruciale la sfida contro i cambiamenti climatici del vertice ed è apparsa intenta a presentare all'assise Olaf Scholz, suo probabile successore a capo del governo a Berlino. Draghi ha ovviamente giocato a tutto campo, cercando di capitalizzare il lavoro degli sherpa sul negoziato climatico, riuscendovi sul fronte del tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale e sulla scadenza di "metà del secolo" per emissioni zero, notoriamente avversata da cinesi e russi da tempo fermi sul target del 2060 nonchè l'impegno di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno dal 2020 al 2025 per sostenere la transizione energetica delle economie emergenti. Eliminati inoltre, entro fine anno, i contributi pubblici per la costruzione di nuove centrali a carbone. E' ascrivibile alla presidenza italiana la conferma a Roma del'impegno del 23 agosto scorso sulla riallocazione di parte dei diritti speciali di prelievo (special drawing rights, SDR) emessi dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) in ragione di 650 miliardi di dollari, dei quali 275 ai paesi a basso reddito. Gli europei sono apparsi compatti al G20 di Roma anche sull'atteso accordo con gli altri Grandi, in verità già impostato in altri recenti vertici globali, che sancisce la convergenza su una tassazione de profitti delle multinazionali globali del 15% a partire dal 2023.
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